Con l'ali spezzate

Sempre tendo la mano mia impaziente
al concupir di speme e di conforto
che il cuore, mendicante di certezze,
m’implora di lambir senza rimorso.

Spezzate l’ali del divino Credo
che mente mia rifiuta, eppur riluce,
anelo a Fede, a rincuorar con quiete
di questa vita il trapassar fugace.

Ragione m’ingannò, stolta ragione
che tutto del Mistero mi scolora,
negando d’Aldilà divine essenze
col dogma mio che chiama. Ma silente.

Fuggo da me. Senz’alma né preghiera,
darei la vita per aver cent’anni:
rughe profonde, ma tenace Credo
nello scandir del tempo e negli affanni.
 

                                                                               

                                                                              Chiara

 

 

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