La storia di Febo e Selene

In tempi remoti di notti abissali
viveva nel buio la mente di Dio
e polveri antiche d’essenze ancestrali
vibravano lievi d’un sol mormorio;

il Tutto, lontano dall’essere Vita,
svegliava la mente del Sommo Scultore
e diàfani strali su tela infinita
tessevan ricami d’un nuovo colore.

Con l’anima sola, un Corpo Celeste
lassù si struggeva d’amore devoto,
piangendo con stille d’antiche tempeste
l’effimera gioia di vivere il Vuoto.

Non voglio che il Cosmo m'accolga gioioso!
Se stelle lucenti non m’amano ancora,
il fuoco, che m’arde nel cuore smanioso,
giammai dell’Amore può rendesi aurora”.

Piangeva di lacrime rosso infuocato,
meteore splendenti di lava e di braci,
e il grido d’amore del Mostro Accorato
scuoteva del Cosmo l’arcaiche fornaci.

Il Sommo Scultore, dal pianto turbato,
guardò intenerito quel solo Universo,
e là nei primordi del buio Creato,
di quando l’Eterno nel nulla era immerso,

il primo miracolo fece, prendendo
il Mostro Accorato fra somme Sue mani,
con tocco leggero così dividendo
da una, due sfere dagli animi umani:

la prima, Selene, creò più piccina,
e il soffio leggero del Sommo Scultore
ne fece Colei che s’ammanta Regina
con stelle e ricami su notti d’amore.

Il globo più grande, che Febo fu detto,
mantenne la luce di vita passata
stringendo possente, celeste duetto,
la dolce compagna del fuoco privata.

Il Sommo Scultore, così intenerito,
raccolse un Pianeta d’azzurro screziato,
lo pose nel mezzo, in un punto infinito,
fra i giovani amanti del nuovo Creato.

Per dare all’Amore ragione di vita,
tra Febo di fiamme e Selene di gelo,
impresse quel Moto, con sagge Sue dita,
al loro alternarsi nel piccolo cielo,

così che il Pianeta screziato d’azzurro,
nei giorni e le notti vitali e solenni,
di Febo e Selene sentisse il sussurro
scandirne stagioni per mille millenni.

Vivendo nel tempo nuziale fusione
quel seme d’Amore divenne germoglio,
crescendo più forte si fece esplosione
in impeto gaio di vita in rigoglio

e dopo che il Sommo li vide abbracciati
di Madre Natura li fece creatori
rendendo gli Amanti, per sempre legati,
di Gaia, la Terra, oramai Genitori.

                                                                               

                                                                              Chiara

 

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