Mi sento bene nel tuo interno, come una larva dentro un bozzolo prima della metamorfosi.

Sono quel seme mai generato che culli e accarezzi come un figlio ma senza calore, un seme che cresce nella tua ombra senza elemosinare amore.

Provo sollievo quando mi sfiori delicatamente mentre mi assale l’affanno quando mi artigli come se volessi strapparmi via.

Sento il tuo respiro trapassare le mura del silenzio che hai innalzato, un angoscia che sembra spezzarsi solo nel grido muto di rabbia e dolore.

A volte mi chiami, ed i miei nomi sono mostro, bastardo o figlio di puttana e sento l’odio filtrare dalla tua voce.

Le tue lacrime mi dissetano addolcendo il gusto amarognolo del tuo sangue che avidamente prosciugo.

Mi sazio persino col tuo sudore pur di rimanere aggrappato alla vita, sapendo che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, perchè tu… farai di tutto per annientarmi.

Quel desiderio di morte mi trafigge come lama tagliente, non voglio morire, non sono pronto a finire così.

Per te sono solo colui che ti ha rovinato la vita e quante volte il tuo sguardo mi ha scavato dentro, come a voler seppellire anche il mio solo ricordo.

La tua paura donna, alimenta il mio coraggio ed a nulla ti servirà avvelenarmi o cercare di annientarmi io resisterò e respingerò i tuoi attacchi con ogni mezzo.

Ascolto rubando alla tua mente, le domande che non osi rivolgere neppure a te stessa, sorridendo alle risposte che ti dai, nella vana speranza che un giorno improvvisamente il miracolo si compia.

Donna… non capisci, io non voglio il tuo male, la tua vita è la mia vita, il tuo sangue il mio stesso sangue, siamo due in uno, un groviglio di amore e odio, di vita e morte.