Il desiderio del peccato


 

 

Quante volte, quante volte lo avevo desiderato, era il mio peccato nascosto un peccato mai confessato.

All'inizio sembrava un sogno innocente, quelli fatti una notte e poi abbandonati, dimenticati.

Invece prepotente, il sogno tornava tutte le notti ed il desiderio cresceva.

Poi lo vidi, circondato dalle mie amiche, lui così bello, quasi irreale, gli occhi così azzurri che il cielo ne era invidioso, quel sorriso un po' triste lo facevano sembrare un angelo caduto, ed il desiderio cresceva... diventando ossessione.

Le mie amiche uscivano tutte con lui, si divertivano, potevano toccarlo, baciarlo, accarezzarlo, ed io in un angolo, stavo a spiare i loro sguardi i loro giochi.

La notte lo sognavo, sogni che mi procuravano al tempo stesso piacere e vergogna, sognavo di spogliarlo lentamente, di accarezzarlo passando le mie mani su quel corpo liscio, profumato, senza difetto alcuno.

Sognavo di possederlo, di farlo mio, ma tutto rimaneva un sogno, un sogno come sempre.

Lui non era per me, lo sapevo... lo sapevo da sempre.

Lui era in vendita per tutte, ma non per me.

Quando lo vedevo tra le braccia delle altre soffrivo di gelosia, vedevo le loro labbra posarsi sulle sue e lui si concedeva senza ritegno, incurante dei miei sentimenti, delle mie sensazioni.

Era uno strazio enorme, lo desideravo, lo volevo, doveva essere mio ad ogni costo, ed invece... invece rimase solo un sogno per molti anni ancora.

Passarono gli anni, ma non passò la mia passione per lui, nulla era cambiato, lui sempre giovane, sempre bellissimo, sempre insensibile al mio cuore e sempre attorniato da altre braccia, ed io forse... forse ero l'unica a non averlo avuto. Ma ora potevo averlo, bastava che lo pagassi.

Eppure, sebbene lo desiderassi ancora, chiusi gli occhi e mi allontanai, cercando di dimenticarlo, pagarlo era come sminuire il mio amore per lui. Certo lui poteva mettere in vendita il suo corpo ma io... io non potevo comprare il suo amore.

Oggi a distanza di tempo camminando per le vie del centro l'ho rivisto, stava tranquillamente seduto in un negozio e aveva ancora quel triste sorriso che mi affascinava.

Un tuffo al cuore, il respiro è un affanno, i nostri sguardi si incrociano, per un istante che sembra eterno... il mondo si ferma intorno a noi ed il passato... dissolto. Mi chiama, sento che mi chiama, senza pronunciar parola ma... mi chiama.

Entro un po' esitante, emozionata, mi avvicino a lui, allungo la mano e lo sfioro senza dire una parola, finalmente lo sento mio, finalmente lo avrò.

Qualcosa attrae la mia attenzione, un piccolo biglietto sporge dalla tasca della sua camicia, si legge benissimo cosa vi è scritto, 65 €... 65 €... per...

Esco delusa, ancora una volta il mio sogno è svanito, ma questa volta sono io ad averlo fatto svanire, avrei potuto averlo ma... ma cosa ne avrei fatto di CICCIOBELLO adesso?

E così svanii il sogno di avere un bambolotto tutto per me.

Era destino che cicciobello... non fosse mai mio.


                                                                  Angela

 

 

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