E sarà come compiere il salto,
evitando il fossato
o trattenere il respiro
contando fino a venti
come si faceva da bambini.
E sarà come sorprendersi
della folata di vento
che accarezza capelli
e fa socchiudere occhi,
nel placido tepore o nell’ozio
d’una giornata di bonaccia.
O attraversare la strada
e ritrovarsi irrequieti
dall’altra parte della corsia.
Traghettare senza sana coscienza
e far la fila indiana
per espiare i propri peccati
di fronte al giudice severo
che tiene in mano una piuma di penna.
E sarà come non ammirar più
e nel buio godere della speranza
d’un sospirato arrivo
o d’un dannato naufragio.
Marco