L'emigrante

Ti scrivo cara madre e son lontano
ma il tuo respiro porto dentro al cuore,
quel giorno traspariva il tuo dolore
pregando mi tenevi per la mano.

M'accompagnasti al molo trepidante
ed in silenzio mi stringesti al seno
lacrime calde ormai senza più freno
il viso tuo rigarono all'istante.

E giunsi in questa terra da emigrante
ma tutto è freddo e manca pure il sole
a riscaldarmi con le tue parole
è la mia patria… sempre più distante.

Tranquilla madre, sono sistemato
ho un buon lavoro e sono dirigente,
no, non temere non mi manca niente
sii fiera di tuo figlio ch’è arrivato.

E quando un dì tornare mi vedrai
t'accorgerai che povertà ho sconfitto
e tutta quella pena che t'ho inflitto
in fretta dalla mente scaccerai.

Mi scuserai se faccio qualche errore
e se la lingua nostra ho un po' scordato
ma non potrò scordar ciò che m'hai dato
con gioia, pianto ed anche con sudore.

Perdonami se questo non lo scrivo
chè mi vergogno a dirti che ho mentito,
ma non potevo dirti che ho fallito
e che come un barbone adesso vivo

                                                                  Angela

 

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