L'incontro


 

Mi sveglio, sono euforica, il gran giorno è arrivato, oggi finalmente t'incontrerò... dopo tanto tempo passato a sognarti potrò vedere il tuo viso, sentire la tua voce, abbracciarti e dirti tutto ciò che per molto tempo mi sono tenuta dentro.
Mi alzo decisa, preparo un bel bagno caldo e mi immergo in quell'acqua profumata, la schiuma mi arriva al collo e mentre gioco con le bolle prolungo quel piacevole momento in attesa del tuo. Provo ad immaginare come, sei cosa alquanto difficile.
Esco dalla vasca e mi asciugo massaggiandomi un poco, pendo spazzola e asciugacapelli e inizio a pettinarmi con cura, poi un leggero trucco, appena accennato ed infine due gocce di talisman dietro i lobi delle orecchie e due anche sui polsi.
Vado in camera, nell'armadio cerco qualcosa da indossare, vorrei mettermi i soliti yeans ma poi la mia scelta cade su un tailleur blu gessato che possa mettere in risalto la mia femminilità. La gonna a tubo e leggermene sopra al ginocchio risalterà la linea delle mie gambe, una camicetta bianca con un leggero decoltè e poi la giacca.
Infilo le scarpe, nè troppo alte nè troppo basse, prendo la borsetta e prima di uscire un ultimo sguardo allo specchio per controllare che tutto sia perfetto. Perchè oggi tutto deve essere perfetto, è il nostro primo appuntamento e voglio sorprenderti, piacerti e perchè no anche ammaliarti. Devi vedere in me la donna, devi renderti conto di ciò che fin'ora hai perso, di quello che non hai mai avuto e di quello che potresti perdere. Lo specchio rimanda la mia immagine e ciò che vedo mi piace, sì... io mi piaccio e sorrido. Guardo l'orologio, è ora, so già che tu stai aspettando di sotto, potrei farti attendere ancora un po' ma, il desiderio di vederti è forte... troppo forte e poi... non mi è mai piaciuto arrivare in ritardo agli appuntamenti anche se tu questo non puoi saperlo.
Esco chiudendo la porta dietro di me, scendo le scale quasi di corsa e penso che quando ti vedrò non mi getterò subito tra le tue braccia, voglio farti penare un po' come tu hai fatto con me, voglio renderti un po' della mia sofferenza.
Arrivata al portone mi fermo un attimo a riprendere fiato, ho il cuore che batte come impazzito, poi finalmente riacquistato un po' di controllo esco... e ti vedo.
Stai in piedi vicino all'auto e sei stupendo, quell'argento tra i capelli ti dona qualcosa di magico e ti fa assomigliare ad un dio, solo il tuo piede che picchietta l'asfalto denota un po' del tuo nervosismo. Come richiamato dal mio sguardo ti volti e mi vedi, i tuoi occhi si fissano nei miei prima increduli poi si accendono di meraviglia,di piacere, ed io so... di aver fatto colpo. Sicuramente non ti aspettavi che fossi così carina e me ne compiaccio.
Senza una parola ti avvicini e sorridi ed io mi perdo in quel sorriso meraviglioso, tutte i miei propositi di tenere le distanze almeno per un po' svaniscono. Contemporaneamente come spinti da una stessa forza ci buttiamo uno nelle braccia dell'altro senza parlare, sento il battito del tuo cuore che batte all'unisono col mio, percepisco la tua emozione e sono contenta, in questo modo forse non ti accorgerai della mia.
Ci stacchiamo da quell'abbraccio a fatica e saliamo in macchina, la tua guida è sicura e tranquilla, decidiamo di andare al fiume per poter stare tranquilli. Parliamo di cose stupide tanto per rompere quel momento d'imbarazzo, le solite cose... come stai, cosa ti piace, il lavoro...
Sappiamo bene che domande e risposte quelle vere e importanti verranno dopo.
Quando arriviamo il posto è deserto, ci siamo solo noi, noi... e ancora noi. Mentre c'incamminiamo sull'argine mi pendi sottobraccio e sussurri: "Mio piccolo tesoro". Sarà... il modo in cui lo dici, sarà... il tono della voce, sarà... che non ti sento ancora mio, ma tutto in me esplode. la delusione, il dolore, ma ancor di più la rabbia ed il rancore covati nel tempo e reagisco nella maniera che mi è più abituale, ti colpisco a pugni chiusi con violenza sul petto e con voce che trattiene il pianto esplodo: - "Il tuo tesoro...? Ma dov'eri quando il tuo tesoro ti cercava? Dov'eri quando aveva bisogno di te? Quante volte hai mai detto a questo tesoro l'amore che provavi, se mai lo avessi provato. Ora che non ho più bisogno di te, ora che non ti chiamo più, che ho fatto di tutto per dimenticarti torni e mi chiami... il tuo tesoro. Io non so che farmene di te, non voglio più nulla da te, ho imparato a vivere senza di te e così voglio continuare. Con che diritto ora ti presenti e mi chiami tesoro? Ritorna alla tua vita tranquilla e lasciami alla mia." -
Lo urlo tutto d'un fiato come qualcosa che è rimasto dentro troppo a lungo e come se avessi paura che dicendolo piano avesse il tempo di ritornare in gola.
Poi come è arrivata la bufera si placa, si placa nel tuo silenzio, non ti giustifichi, non adduci nessuna scusa, solo i tuoi occhi cambiano colore e poi lentamente, prima una, poi due, poi tre, le lacrime iniziano a scendere, silenziose ma calde, salate, vere. Ed è alla vista di quelle lacrime che tutto in me crolla, il gelo si scioglie, il dolore lontano, la rabbia scompare, e una dolcezza nuova mi avvolge.
Ti abbraccio e mischio le mie lacrime alle tue, questa volta hanno un sapore diverso, non fanno male ma accarezzano dolcemente e senza rendermene conto mi arrendo al tuo cuore.
Poi come per incanto la voce ritrova il suono di una parola perduta nel tempo e non fa fatica a pronunciarla stavolta, anzi sgorga come acqua da una fonte e sento, non solo il mio io ma tutto il mio essere che sussurra... e poi grida... "Padre... padre mio."
L'abbraccio è più vivo ora, più forte mentre ti sento rispondere:"Finalmente... finalmente ti ho tra le braccia figlia mia."
Parliamo di tutto, abbiamo un'eternità di anni da recuperare, ogni cosa è importante anche sapere che numero di scarpe porti, o i tuoi colori preferiti.
Più che padre e figlia sembriamo due innamorati, ma che importa, c'è solo il cielo in quel momento che vede e sicuramente sta dalla nostra parte.
Dal tuo portafogli estrai una piccola foto, eh caro papà devo dire che sono cresciuta e cambiata parecchio da quella foto, però questo mi fa capire che in qualche modo io ero sempre con te. Non mi avevi completamente dimenticata.
Poi inesorabile arriva il momento di lasciarci, ma nessuno di noi due è triste, sappiamo che tutto è cambiato, ora che ci siamo ritrovati non ci lasceremo più, ci saranno altri incontri, altri abbracci, altri baci tra di noi.
Mi riaccompagni a casa e mentre scendo ho quasi come un presentimento, ho paura di perderti ancora, ma allontano subito quei brutti pensieri, la realtà è lì davanti a me... è il tuo sorriso.
Un ultimo abbraccio e un arrivederci, poi metti in moto la macchina e ti allontani. Piango ma di gioia immaginando già il nostro prossimo incontro.
Ed è in quel momento che qualcosa mi solletica il naso, è fastidioso, cerco di allontanarlo senza riuscirci, fino a quando non mi decido ad aprire gli occhi. E' la coda del mio gatto che mi solletica, è il suo buongiorno e con quel saluto se ne va il mio sogno, e come ricordo solo il cuscino bagnato.

                                                                  Angela

 

 

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