Ogni cosa ha un senso se ha un nome

Nel silenzio della mia luce

ogni nome è anonimo

e la luce stessa non ha nome.

La mia luce è un profumo

inebriante ed insistente,

penetra a rafforzare le mie sicurezze

e sopisce quell’impeto sorgivo

che vuol dar nome alle cose.

I miei colori sono le carezze,

gli abbracci o le semplici intonazioni

d’un canto d’uccello

che trasformo in rosso

o in verde o in giallo

senza regola fissa

dal momento stesso che

nella mia luce (essi) non hanno nome.

Non cammino su binari prestabiliti

di tavolozze variopinte

incitandomi a gridare che l’erba è verde,

ma il passo è sconsiderato

perché non conosce canoni.

L’unico principio è il mio buio

con cui creo i nomi e le immagini

e con essi cammino per lunghi viali

senza conoscere il dolce sapore d’un tramonto,

senza accarezzare il rosso dei tulipani

o il giallo dei girasoli

che al sole si pavoneggiano.

 

Ogni colore ha un senso

per voi che li conoscete.

Il mio “non senso” mi dà la capacità

di battezzare ogni colore

con la fantasia che il buio dona.

 

                                                                          Marco

 

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