Ci sono parole che
nascono come armonia di suoni e parole
che, invece, si impongono come respiro.
Ogni poeta sceglie, a sua discrezione,
un po’ di queste e un po’ di quelle, a
seconda dell’ispirazione o di ciò che ha
da dire. In una poesia intima e
autobiografica come quella di Angela,
che, da una parte, mira a rievocare il
passato e, dall’altra, è tutta tesa
nello sforzo di dare significato al
silenzio e alla solitudine del presente,
non potevano certo mancare espressioni
di profonda tristezza e di accesa
passione, che emergono, dal suo animo
sensibile, come singhiozzi e sospiri.
È così che Angela fa rivivere
la parte migliore di sé, quella porzione
astratta e sconosciuta dell’essere
insieme donna e poetessa, realtà e
sogno. Un dualismo, il suo, pieno di
riflessione e umanità, che ha il fascino
silenzioso e loquace di certi sguardi
dolcissimi e la riservatezza pudìca del
cuore.
Angela ha fatto del proprio
mondo affettivo ed emozionale una
sorgente di canto, da cui trae,
rimescolando sensazioni e ricordi, una
delicata sinfonia di motivi lirici. Le
sue poesie ci fanno provare la gioia di
riscoprire valori e significati che,
forse, abbiamo perduto, spinti come
siamo a correre, a dimenticare, a
mascherare ogni giorno la parte più
innocente di noi (quella più autentica!)
per vivere di indifferenza, di
scetticismo, di provvisorietà. Grazie,
dunque, ad Angela, alla sua poesia
spontanea e trasparente come un’alba
d’estate, che ha il dono di ridestarci
dal torpore del sonno, dall’episodicità
della nostra esistenza, per donarci una
suggestione d’Amore, un palpito della
sua vita interiore.
È importante liberare, ogni
tanto, il poeta che è in noi, se non
vogliamo marcire nel buio di un mondo
senza sorrisi: solo allora riprenderanno
a vivere i nostri ideali, le nostre
aspirazioni, i nostri sogni. E ciò che è
frutto di un attimo, improvvisamente,
diventa eterno: non perché l’arte sia
eterna, ma perché il poeta ha saputo
cogliere e imprigionare un lampo di
luce, di bellezza, di sentimento.
Corrado Giusti
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